Nostalgia di Napoli…..forse?

Olè Cavani”, è il titolo che propone in copertina il magazine francese So Foot che propone una lunga intervista al Matador Edinson Cavani. Ecco quanto tradotto in anteprima da AreaNapoli.it. “Vivo per fare l’attaccante, è una sensazione che ho nel sangue. Un attaccante ha bisogno di tempo ed esperienza. Bisogna conoscere bene il partner, i movimenti e la sua corsa. Queste sono cose che si sviluppano nel tempo. Le mie statistiche? La vera differenza è che a Napoli, avevo sette-otto occasioni da rete a partita, e quando andava bene facevo anche tre goal, quando andava male ne segnavo comunque uno. A Parigi invece non ho mai avuto più di quattro occasioni rete a partita…”, ha detto Cavani mostrando sicuramente un pizzico di nostalgia per i tempi di Napoli.

Edinson Roberto Cavani Gómez è nato in Uruguay nel 1987: al suo esordio – con la maglia del Danubio – si merita il soprannome di “El Botija”, il bambino, a motivo dei suoi tratti delicati e del fisico esile – impressione poi contraddetta dalla forte resistenza fisica – ma da tutti, e soprattutto dai napoletani, è ora conosciuto come “El matador”: uno degli attaccanti più forti e versatili del mondo.

La storia di Cavani

La storia di Cavani, nei suoi primi anni di attività, punta dritto all’Italia perchè le sue origini sono legate al nostro Paese: il nonno di Edinson era emiliano e lui stesso possiede passaporto italiano. Il primo approdo è al Palermo, nel 2007, poi – dopo tre brillanti stagioni in crescendo – al Napoli, dove esplode in tutto il suo talento.

Cavani e il Napoli

“È stato Dio a indicarmi la via del Napoli” ha dichiarato: un po’ perché profondamente religioso un po’ perché il Napoli ha davvero rappresentato la vera svolta ispiratrice: 104 gol dal 2010 al 2013 con la maglia azzurra numero 7 e sotto la guida di Walter Mazzarri: una progressione inarrestabile per la gioia di tifosi e appassionati di bel calcio. Per comprendere bene cos’ha significato Edinson Cavani per la squadra partenopea basta ricordare cos’ha detto Aurelio De Laurentiis su di lui: “È un guerriero. I tifosi non lo hanno ancora catturato dalla loro parte, nella sua serietà vedono una certa lontananza, un’incapacità di raggiungimento ma proprio per questo è forte! Lui è il simbolo di una riscossa della Napoletanità, di tutti coloro che hanno bisogno di un simbolo di riscossa”.

La cessione al Paris Saint Germain

Attualmente in forza al Paris Saint-Germain, il Matador ha lasciato Napoli tra tanti rimpianti e qualche polemica – proprio con il presidente della società – ben riassunti dal calciatore stesso che ha dichiarato: “A Napoli furono tre stagioni stupende con la città che mi ha dato praticamente tutto: nome, fama e crescita. Ne ho parlato in famiglia e mi piacerebbe tornare un giorno, ma solo senza De Laurentiis. Non ci penserei due volte. Non mi sono piaciute certe dichiarazioni dette alla mia partenza, non le meritavo ma per rispetto non ho risposto”. Il video che vi proponiamo ripercorre 101 gol di quella che è già considerata una leggenda del calcio, un uomo che ha detto di se stesso: “Il gol per me è mestiere, talento e una missione. Il gol è una vocazione”‎.

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