
NAPOLI – Roberto Donadoni, allenatore del Bologna, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa alla vigilia del match col Napoli: “Anche a Napoli vogliamo continuare il nostro processo di crescita, tecnico e mentale. Affrontiamo una grande squadra, che in settimana ha dimostrato il suo valore anche in Champions. Non ha senso pensare alle due gare col Napoli dello scorso anno, sono cambiati tanti interpreti. Come tenere bada a Milik? I difensori dovranno trovare le contromisure giuste, cercheremo di usare tutte le nostre armi, non andiamo a Napoli solo per difendere. Contro queste squadre si deve essere cinici. Le valutazioni in vista della gara con la Sampdoria le faremo solo dopo Napoli, in base al dispendio di energie. Tutti i giocatori che ho, hanno le possibilità di essere sempre protagonisti, loro lo sanno: il campo darà le risposte. Sergio Floccari si allena col gruppo da giorni, la condizione non è ancora ottimale però sta crescendo, abbiamo bisogno di lui. In queste ore valutiamo le condizioni di Destro che non è al meglio. Penso che nell’arco di 15 giorni Gomis possa tornare al lavoro. Anche senza Higuain il Napoli non è certo più debole dello scorso anno. Diawara e Giaccherini? Per noi sono stati giocatori importanti, ciò lo dimostra il fatto che siano arrivati al Napoli. Sotto l’aspetto professionale sono molto felice per loro. Ora guardiamo avanti. Mi dispiace aver letto stamattina in merito a Giaccherini, io non ho mai sentito il suo procuratore, mi avesse chiamato una volta. Resta il grande rispetto che ho per un professionista come lui. La storia di Diawara è chiusa, i rapporti e gli affetti che ci sono stati per alcuni mesi restano, poi ognuno fa le sue scelte. Sicuramente lo saluterò, come tutti i compagni, il resto è un discorso mediatico”.
Castel Volturno-Ieri Maurizio Sarri ha schierato Gabbiadini tra i titolari in vista della sfida contro il Bologna. Un indizio che vuol dir tutto o niente, dato che era successo anche alla vigilia della sfida contro la Dinamo Kiev: alla fine giocò Milik, segnando due gol. L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport riassume così la situazione legata all’attaccante bergamasco: Gabbiadini si sente pronto, la chance è ad un passo ma ogni volta c’è sempre qualcuno a rovinare i suoi piani. Lo scorso anno era Higuain, ora il giovane polacco che ha già segnato quattro gol in tre partite.
Intervistato dai colleghi di Zerocinquantuno.it, l’agente di Amadou Diawara, Daniele Piraino, ha ripercorso la travagliata estate del centrocampista passato al Napoli dopo la rottura col club rossoblù.
Avvocato, sono passati venti giorni dal trasferimento di Amadou Diawara al Napoli: ripensandoci ora, tutto questo caos non si poteva evitare? «Parliamo di una situazione complicata e molto delicata per tutti, ma non di un piano preordinato o premeditato, come ho letto più volte. Per mille motivi si è arrivati ad un punto di completo scollegamento tra il club e il giocatore, quindi abbiamo optato per questo tipo di atteggiamento. Quello che conta è il risultato finale: il Bologna ha realizzato una plusvalenza enorme e il ragazzo è andato a giocare in una squadra di vertice. Tutto ciò che nel frattempo si è scatenato attorno a Diawara è il classico gioco delle parti, il Bologna ha tutelato i suoi interessi e io quelli del mio assistito».
Tutelare gli interessi di un ragazzo di 19 anni significa arrivare persino a farlo odiare da un’intera tifoseria che fino a quel momento lo aveva sempre amato e protetto? «Ci sono persone che conoscono le vera realtà dei fatti, che non è quella raccontata sui giornali. Se entriamo nel merito della nostra scelta inneschiamo altre polemiche e non ne usciamo più, basta dire che a Diawara è stato offerto un rinnovo a determinate cifre quando c’erano giocatori che non vedevano mai il campo ma guadagnavano il doppio di lui. Lo avevamo evidenziato a gennaio, siamo andati avanti ad elemosinare fino ad aprile, poi abbiamo detto basta. Dal club arrivavano pressioni enormi, il ragazzo iniziava a perdere tranquillità e alla fine ha preferito allontanarsi da tutto e da tutti. Se adesso vengo odiato io non mi interessa, solo mi dispiace per lui, perché quasi nessuno ha capito che si era generato un clima in grado di minare la sua serenità. Evidentemente faceva più comodo vederci una strategia particolare o ancora peggio una regia di Tizio, Caio o Sempronio. Comunque ripeto, parliamo di un calciatore preso da Corvino a 500 mila euro e rivenduto per 14 milioni, Diawara non è mica andato al Napoli gratis…».
A fine giugno si fa avanti il Valencia e tutti i nodi vengono apertamente al pettine: il Bologna ha sempre parlato di un’offerta troppo bassa da parte degli spagnoli, lei cosa ci può dire a riguardo? «Io stesso ho presentato al Bologna un’offerta del Valencia da 13 milioni più 2 di bonus, e in risposta il club rossoblù ha chiesto 20 milioni trattabili a 18 più 2 di bonus. Il chiaro intento fin dall’inizio era quello di scatenare un’asta, e ci può stare, ma ho sempre fatto presente che non era esattamente la situazione ideale per agire in quel modo, perché il ragazzo era già molto irrequieto».
Oltre ovviamente al Napoli, si è parlato tanto anche della Roma: quali offerte per Diawara sono realmente arrivate a Casteldebole? «La situazione più concreta era proprio quella con la Roma, legata però alla cessione di Paredes, poi negli ultimi giorni di mercato si è mosso seriamente anche il Milan, ma per Amadou il Napoli ha sempre rappresentato la prima opzione. Anche l’Aston Villa ha avanzato un’offerta ma il ragazzo non l’ha mai presa in considerazione, non ci voleva andare».
Adesso il ragazzo come sta? «Amadou ora è tranquillo e sta benissimo, ha tanta voglia di giocare ma prima deve mettersi al pari dei suoi compagni a livello atletico».
C’è un messaggio o un pensiero di Amadou per Bologna che ha voglia di condividere con noi? «Amadou è assolutamente grato ai tifosi del Bologna per l’affetto ricevuto, e al club per l’enorme opportunità che gli è stata data. Ribadisco, il suo non è stato un gesto contro i tifosi o la piazza. Non era più tranquillo, ha voluto estraniarsi per sfuggire alla pressione, se poi si vuole interpretare la questione in modo diverso e usare Amadou come capro espiatorio non so cosa farci».
Però si metta nei panni di un tifoso rossoblù: umanamente, prima ancora che sul piano calcistico, è stata una brutta botta… «Io credo che la piazza dovrebbe essere riconoscente a Diawara per quello che dato con la maglia rossoblù, a Corvino per averlo portato sotto le Due Torri a quella cifra e a Fenucci per aver realizzato una plusvalenza incredibile. Trasferimenti del genere non si vedono tutti i giorni a Bologna, di recente ricordo solo la cessione al Southampton di Gaston Ramirez, scoperto da un altro straordinario uomo di calcio come il compianto Carmine Longo».
Qualche rimpianto o rifarebbe tutto allo stesso modo? «Amadou ha preferito allontanarsi quando ha capito che da più parti la sua storia veniva usata a proprio piacimento, ognuno per il suo scopo, magari ha sbagliato ma ha scelto così. Credetemi, non è stato bello tenerlo fuori un mese e mezzo, ma alla fine questa scelta ha dato i suoi frutti: il Bologna ha ottenuto la cifra che voleva e il ragazzo può mettersi alla prova in una squadra che gioca la Champions League. Possiamo continuare a parlare per ore e alzare mille polveroni, raccontando ognuno la propria versione, oppure possiamo fermarci ai dati oggettivi e ritenerci tutti soddisfatti».
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