
La qualificazione agli ottavi del Napoli passerà da Lisbona. Sarà decisiva, infatti, la sfida in casa del Lisbona e gli azzurri non dovranno perdere se vorranno evitare l’eliminazione visto che il Besiktas farà visita ad una Dinamo Kiev ormai senza motivazioni (i turchi avranno due risultati su tre in caso di k.o. del Napoli). Il pareggio contro gli ucraini è stato accolto con disappunto dal San Paolo ma non ha cambiato molto le carte in tavola dopo il3-3 di Istanbul tra Besiktas e Benfica. A deludere il pubblico, però, non è stato solo il risultato. La prestazione del Napoli, specie nel primo tempo, è stata assolutamente da dimenticare. La Dinamo Kiev è fuori dall’Europa.
È finita tra i fischi anche perché negli ultimi minuti sono stati solo gli ospiti a provare a vincere, poiché obbligati a farlo dalla classifica. Dal suo 4-3-3, però, Rebrov, ha ricavato poco in fase conclusiva perchè la qualità degli attaccanti ucraini non è apparsa certamente eccelsa. Sarri rispetto ad Udine ha schierato Zielinski dall’inizio con Albiol (e non Chiriches) al centro della difesa, a quasi due mesi dall’infortunio con il Benfica. Schieramenti tattici e motivazioni delle contendenti facevano supporre una gara ad alto ritmo ed in effetti, almeno nel primo quarto d’ora, le emozioni non mancavano, complice anche la verve del tridente azzurro (Mertens veniva fermato due volte in uscita disperata da Rudko) e le discese a sinistra del temibile Yarmolenko che metteva spesso in difficoltà Ghoulam. Era proprio sulla corsia mancina che si giocavano i palloni più pericolosi perché Yarmolenko non seguiva in fase difensiva Insigne e da quel lato la Dinamo rischiava grosso con Hamsik che in una circostanza impegnava Rudko da fuori. Sul “modello Udine”, però, al Napoli mancava peso specifico negli ultimi sedici metri e, come alla Dacia Arena, si andava al riposo senza creare occasioni pericolose.
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